Questa è una sequenza del film “Le ali della libertà”.
Il film racconta la storia di un uomo ingiustamente condannato Andy Dufresne (Tim Robbins) che deve scontare una lunga pena detentiva in carcere.
Il film è particolarmente toccante e questa è una delle scene che amo.
In questa sequenza Andy, esce dal ruolo di carcerato e lo fa in modo temerario. Sfotte volutamente il capo delle guardie, sfidando platealmente il suo potere. A prima vista si tratta di un suicidio, ma non è così. Possiamo considerarla piuttosto una tecnica di marketing estremo. Uno scarafaggio in mezzo a tanti altri che deve guadagnare l’attenzione del capo sorvegliante.
Sfida il potere e la forza bruta facendo leva sull’ambizione del secondino di sottrarsi a quel potere da cui a sua volta è soggiogato: il Fisco.
Già perché, fuori da lì, i carcerieri sono oppressi da quella legge che nel carcere fanno rispettare. Andy però si dice in grado di navigare tra le pieghe della burocrazia e conquista così la fiducia del capo delle guardie. Impresa difficile visto che deve farlo senza delegittimarlo di fronte ai tutti i presenti. Non solo, azzera il contro valore di questa bizzarra transazione, limitandosi a chiedere in cambio delle birre per i suoi “colleghi”.
Ciò naturalmente rappresenta solo una prima piccola vittoria tattica rispetto alla strategia che ha in mente di dispiegare. Questa è soprattutto una grande vittoria simbolica.
Quell’uomo esile ed indifeso ha fatto un incantesimo. Sotto gli occhi di tutti ha fermato il tempo e sovvertito i ruoli anche se solo per un attimo. Da scarafaggio ha riacquistato una sua dignità fino a diventare addirittura un consulente del suo carceriere: impensabile. Il denaro qui si riconferma ancora una volta la forza oscura che può tutto ed è in grado di annullare: Gerarchia, Legge, Stato.
I suoi compagni ora sono colleghi, lavoratori con una dignità.
Quel tetto anonimo, per un attimo, diventa per Andy e i suoi compagni il tetto del mondo.
Questa sequenza mi ha indotto ad una serie di riflessioni sul concetto di fiducia nell’ambito di team di lavoro.
Come si instaura un rapporto di fiducia in un team ?
Direi nel tempo con pazienza. Dimostrando l’un l’altro coerenza nelle parole e nelle azioni. Azioni che debbono avere come finalità un obiettivo comune e non personale.
Qual é il primo passo concreto per dimostrare fiducia ? Un dono disinteressato che dimostri una generosità sincera. Un gesto di solidarietà a beneficio del team. Andy fa questo, si lancia in una sfida folle, corre un rischio personale. Vince e quando riscuote il premio lo dedica agli altri: lui la birra neanche la beve. Nell’ambiente carcerario dove tutto è ridotto a merce di scambio e non c’è posto per i sentimenti umani, questo atto di solidarietà rende Andy un alieno, ma anche una persona di cui potersi fidare.
Costruire un rapporto di fiducia tra colleghi è un lavoro lungo e faticoso. Bisogna essere sinceri, trasparenti e curare la comunicazione. Avere pazienza, chiedere scusa e ringraziare, usare gentilezza nei rapporti. Tutto ciò alla lunga rende l’ambiente sereno e collaborativo. Se c’è un problema, non si cerca il colpevole, ma si coopera per risolverlo, poi si cerca la causa e si adotta un sistema per evitare che il problema si presenti nuovamente.
Lavorare in un team basato sulla fiducia fa sentire le persone al sicuro e crea quindi le condizioni migliori per lavorare sereni. Sentirsi psicologicamente sicuri è la condizione necessaria per affrontare nuove sfide, perché insieme ci si sente più forti e si ha il coraggio di affrontare l’ignoto. La fiducia è come la seta del ragno, un materiale delicato che se tessuta con maestria, può formare una tela robusta. La tela della fiducia è preziosa perché rappresenta una rete di sicurezza che protegge da eventuali errori o cadute.
Credo che la fiducia sia un elemento imprescindibile per il buon funzionamento di un team, per questo è importante che ciascuno si impegni a tessere questa rete dal filamento sottile ma tenace.