La fine del mondo piatto

Recuperare parole “fuggite” per descrivere un mondo che cambia

Image by Freddy from Pixabay

Il futuro non è più quello di una volta. Lawrence Peter Berra

Questo aforisma sintetizza in modo efficace lo spaesamento che proviamo di fronte ad un mondo che muta.

La mia generazione è cresciuta in un periodo storico di pace, benessere e prosperità. I nostri figli sono nativi digitali e per loro, apparentemente nulla è impossibile “Basta un clic”, ne avevo già scritto qui. La società del consumo ci ha indotto a pensare alla vita come una strada piatta e diritta che si perde all’orizzonte. Come se vivessimo in uno spot: “Rilassati e goditi il panorama”.
La realtà è diversa e sta emergendo in tutta la sua crudezza. Il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi in modo tumultuoso e noi siamo lì attoniti a guardare. La strada si sta rivelando a tratti ripida, tortuosa, sconnessa. L’auto, che viaggiava silenziosa ad alta velocità, ora arranca ed emette rumori poco rassicuranti.

Le parole sono ciò che usiamo per descrivere il mondo, ma per abitare un mondo che cambia abbiamo bisogno di parole diverse. Quelle che ci servono per affrontare questa sfida non sono necessariamente nuove. Alcune sono finite in soffitta e se ne stanno chiuse in una cassa a prendere polvere. Ne abbiamo altre antiche di cui noi abbiamo dimenticato l’utilità e di cui i nostri figli ignorano perfino l’esistenza. Sono parole con un significato ed un valore, ma che abbiamo messo da parte, convinti non ci servissero più e che forse è ora di rispolverare. Me ne vengono in mente parecchie: pazienza, curiosità, desiderio, parsimonia, fragilità, noia. Tra le tante sceglierei: adattamento ed immaginazione.

La capacità di adattamento è ciò che rende possibile continuare a vivere reagendo ai mutamenti. L’abilità che garantisce la sopravvivenza nel presente.

L’immaginazione è ciò che distingue l’uomo dagli altri animali e che ci fa intravvedere un futuro diverso. È l’elemento che dà vita al desiderio, alla creatività e all’innovazione. Con l’immaginazione possiamo pensare un mondo diverso e questo sarà il primo passo verso la sua ricostruzione.

Note

Ho un amico di Senigallia che ama il fatto che la sua città sia sostanzialmente piatta, perché ciò la rende ottima per l’uso della bicicletta. Questa sua considerazione mi è sembrata una potente metafora della società del consumo, dove tutto apparentemente è a portata di mano. Naturalmente è un’illusione, non esistono pasti gratis e non esistono conquiste senza sforzo. Questa immagine fallace della strada piatta se ne stava lì da tempo in attesa del momento buono per essere usata.

Un altro tema che mi è caro è l’impoverimento del linguaggio da parte delle nuove generazioni. In parte perché non avvezzi alla lettura, in parte perché certe esperienze della vita sono loro aliene. Sono nati e vissuti nella fase finale di un mondo che sta cambiando sotto i loro occhi. È un brutto affare vivere in prima persona un cambiamento epocale.

Un altro argomento che seguo con attenzione è la situazione geopolitica ed economica. Ho la netta impressione che stiamo vivendo la fine di un ciclo storico. Il mondo occidentale come lo abbiamo conosciuto sembra stia finendo e con esso tutta una serie di elementi che davamo per scontati stanno andando in frantumi.

La curva di crescita economica europea è in netta flessione e con essa si stanno sgretolando le democrazie e il concetto di Europa e di stato sociale.

Quando nel Laboratorio di scrittura Creativa ci è stato proposto il tema “Parole fuggite” nella mia mente il cerchio si è chiuso.

La fine del mondo piatto è la fine del mondo occidentale come lo abbiamo conosciuto finora. La società del benessere e del consumo e la sua bolla sta esplodendo. Stiamo scoprendo che la strada in realtà è in salita e quel viaggio non è per nulla comodo. Il futuro è incerto e se il mondo torna indietro, dovremo rispolverare parole cadute in disuso. Le nuove generazioni dovranno scoprire comportamenti e parole a loro del tutto sconosciute. Sarà difficile per tutti affrontare questa sfida. Servirà spirito un grande spirito di adattamento per sopravvivere nel presente, ma nello stesso tempo dovremo tenere viva l’immaginazione, per sognare il mondo del futuro.

Probabilità e statistica

Foto di Zhuo Cheng you su Unsplash

Da quello che ho letto, sembra che ChatGPT usi un anche un approccio statistico per generare le risposte.
Sulla base dei dati su cui è stato addestrato, conosce la probabilità di due parole di comparire vicine.

Questa cosa mi ha fatto tornare in mente un surreale scambio di battute avuto con mio figlio in merito ad un compito in classe.
“Preferisco i quiz a risposta multipla rispetto alle domande a risposta aperta, perché almeno posso tirare ad indovinare…”
Io : “In realtà puoi usare la stessa tecnica anche nel caso di domande aperte. Il problema è che scrivendo parole a caso hai una bassa probabilità di comporre una frase di senso compiuto e che sia coerente rispetto alla domanda…”