Quasi magia

Molti anni fa, credo fosse il 1998, fui testimone di un surreale scambio di battute tra colleghi. I due erano entrambi software engineer con esperienza, ma diversissimi tra loro. In quel periodo stavano collaborando ad un progetto problematico e formavano una strana coppia. S. era il leader: giovane, geniale e irriverente. C. un ingegnere preciso, metodico, ma introverso. Io ero alle prime armi e le dinamiche di questo team atipico mi affascinavano molto.
Quel giorno mi trovavo a parlare con S. alla sua scrivania quando C., nella postazione a fianco, in un inaspettato slancio di gentilezza, si girò e chiese a S.:
“Senti, devo scrivere quella funzione in C++ che poi dovrai invocare, che parametri preferisci in ingresso ?”
S. si tormentò il pizzetto per qualche istante con fare pensoso e poi rispose serio e risoluto: “Guarda, facciamo una cosa semplice…” Poi fece una pausa studiata ad arte e proseguì: “Definisci una funzione che accetta in ingresso solo una stringa. Così io scrivo in linguaggio naturale quello che la funzione deve fare e lei lo fa…”.
Rimanemmo in silenzio per alcuni secondi, guardando C. che cercava di assorbire il colpo. L’espressione interrogativa del suo viso lasciò il posto prima all’incredulità e poi alla delusione. Alla fine disse laconicamente: “Ho capito…” e tornò a rivolgersi al suo schermo. Noi naturalmente scoppiammo a ridere.

Finora questo era solo uno spassoso aneddoto a testimonianza della brillantezza di S. .
Qualcosa però è cambiato perché a distanza di 25 anni la rivoluzione dell’AI Generativa ha inaspettatamente dato corpo a quella battuta nonsense.
Così oggi, ogni volta che penso a quella frase, un brivido freddo mi attraversa la schiena. Risento S. pronunciare quelle parole: “Io scrivo in linguaggio naturale quello che deve fare e lei lo fai…” e lei lo fa. È quasi magia.

Il futuro digitale che ci attende, forse

Flint hand tool, core-type, Stone Age. (flints; hand tools)
Flint hand tool, core-type, Stone Age. (flints; hand tools) by Unknown maker is licensed under CC-BY-NC-SA 4.0

Recentemente ho letto il libro “Vite aumentate” di Massimo Canducci Chief Innovation Officer di Engineering.

Nel libro vengono descritte le tecnologie digitali attuali e ne viene ipotizzata una probabile evoluzione.
Il libro è interessante e riporto di seguito alcune riflessioni che la sua lettura mi ha suggerito.

Il Metaverso: indossando un caschetto perderemo il contatto con il mondo fisico e vivremo un’esperienza immersiva in una realtà digitale alternativa. Premesso che questa tecnologia non mi convince, direi che i software developer non sono nuovi a questo genere di esperienze.
Lavorando con il software è comune perdere il contatto con la realtà, e trascendere a livelli di coscienza superiore per instaurare discussioni anche accese con divinità tra le più diverse.
Un’evoluzione che mi sembra più realistica è l’avvento degli smart glass in sostituzione degli smart phone. Gli occhiali sono un oggetto di uso comune pertanto hanno un alto potenziale di penetrazione del mercato, quando saranno disponibili a prezzi ragionevoli potrebbero diffondersi velocemente.

L’autore del libro in una recente intervista dal vivo a Fano, facendo qualche esempio raccontava che, indossando gli smart glass ed avvicinandoci ad una vetrina, potremo ascoltare la voce di un assistente digitale che ci propone un particolare articolo o sconto in base alla nostra profilazione, oppure un assistente digitale della concorrenza che cerca di attirare la nostra attenzione altrove.
In sostanza la tecnologia ci farà sentire le voci. Per qualcuno non sarà un’esperienza innovativa: le voci le sente già.

Naturalmente quelle del libro sono ipotesi fondate e ragionevoli basate sull’idea che la connettività, la potenza di calcolo e la tecnologia in generale miglioreranno.
Questo sarà vero solo se le condizioni al contorno rimarranno stabili.
Invece in questo momento stiamo vivendo cambiamenti epocali di varia natura: climatica, energetica e geopolitica.
La nostra società digitale è basata su elementi che diamo per scontati come l’energia e la connettività, ma in questo nuovo scenario tali elementi potrebbero venire meno.
In quel caso senza acqua, gas ed energia elettrica l’uomo digitale avrà vita dura.
Speriamo di non dover tornare a scheggiare la selce.