Tessere la tela della fiducia

“Le ali della libertà” 1994 scritto e diretto da Frank Darabont tratto dal racconto “The Shawshank Redemption” di Stephen King. Disponibile su Amazon Prime

Questa è una sequenza del film “Le ali della libertà”.
Il film racconta la storia di un uomo ingiustamente condannato Andy Dufresne (Tim Robbins) che deve scontare una lunga pena detentiva in carcere.
Il film è particolarmente toccante e questa è una delle scene che amo.

In questa sequenza Andy, esce dal ruolo di carcerato e lo fa in modo temerario. Sfotte volutamente il capo delle guardie, sfidando platealmente il suo potere. A prima vista si tratta di un suicidio, ma non è così. Possiamo considerarla piuttosto una tecnica di marketing estremo. Uno scarafaggio in mezzo a tanti altri che deve guadagnare l’attenzione del capo sorvegliante.
Sfida il potere e la forza bruta facendo leva sull’ambizione del secondino di sottrarsi a quel potere da cui a sua volta è soggiogato: il Fisco.
Già perché, fuori da lì, i carcerieri sono oppressi da quella legge che nel carcere fanno rispettare. Andy però si dice in grado di navigare tra le pieghe della burocrazia e conquista così la fiducia del capo delle guardie. Impresa difficile visto che deve farlo senza delegittimarlo di fronte ai tutti i presenti. Non solo, azzera il contro valore di questa bizzarra transazione, limitandosi a chiedere in cambio delle birre per i suoi “colleghi”.
Ciò naturalmente rappresenta solo una prima piccola vittoria tattica rispetto alla strategia che ha in mente di dispiegare. Questa è soprattutto una grande vittoria simbolica.

Quell’uomo esile ed indifeso ha fatto un incantesimo. Sotto gli occhi di tutti ha fermato il tempo e sovvertito i ruoli anche se solo per un attimo. Da scarafaggio ha riacquistato una sua dignità fino a diventare addirittura un consulente del suo carceriere: impensabile. Il denaro qui si riconferma ancora una volta la forza oscura che può tutto ed è in grado di annullare: Gerarchia, Legge, Stato.
I suoi compagni ora sono colleghi, lavoratori con una dignità.
Quel tetto anonimo, per un attimo, diventa per Andy e i suoi compagni il tetto del mondo.

Questa sequenza mi ha indotto ad una serie di riflessioni sul concetto di fiducia nell’ambito di team di lavoro.
Come si instaura un rapporto di fiducia in un team ?
Direi nel tempo con pazienza. Dimostrando l’un l’altro coerenza nelle parole e nelle azioni. Azioni che debbono avere come finalità un obiettivo comune e non personale.
Qual é il primo passo concreto per dimostrare fiducia ? Un dono disinteressato che dimostri una generosità sincera. Un gesto di solidarietà a beneficio del team. Andy fa questo, si lancia in una sfida folle, corre un rischio personale. Vince e quando riscuote il premio lo dedica agli altri: lui la birra neanche la beve. Nell’ambiente carcerario dove tutto è ridotto a merce di scambio e non c’è posto per i sentimenti umani, questo atto di solidarietà rende Andy un alieno, ma anche una persona di cui potersi fidare.

Costruire un rapporto di fiducia tra colleghi è un lavoro lungo e faticoso. Bisogna essere sinceri, trasparenti e curare la comunicazione. Avere pazienza, chiedere scusa e ringraziare, usare gentilezza nei rapporti. Tutto ciò alla lunga rende l’ambiente sereno e collaborativo. Se c’è un problema, non si cerca il colpevole, ma si coopera per risolverlo, poi si cerca la causa e si adotta un sistema per evitare che il problema si presenti nuovamente.

Lavorare in un team basato sulla fiducia fa sentire le persone al sicuro e crea quindi le condizioni migliori per lavorare sereni. Sentirsi psicologicamente sicuri è la condizione necessaria per affrontare nuove sfide, perché insieme ci si sente più forti e si ha il coraggio di affrontare l’ignoto. La fiducia è come la seta del ragno, un materiale delicato che se tessuta con maestria, può formare una tela robusta. La tela della fiducia è preziosa perché rappresenta una rete di sicurezza che protegge da eventuali errori o cadute.
Credo che la fiducia sia un elemento imprescindibile per il buon funzionamento di un team, per questo è importante che ciascuno si impegni a tessere questa rete dal filamento sottile ma tenace.

“Margin Call”

“Margin Call” è un film del 2011 scritto e diretto da J. C. Chandor.
Il contesto della storia è quello della crisi americana dei mutui subprime del 2008-2009.
Viene raccontata la vicenda di una banca d’investimento che scopre di detenere titoli tossici che rischiano di portarla al fallimento.
Dalla scoperta del problema, nell’arco di una notte , il management prende coscienza del problema e deve decidere come reagire l’indomani all’apertura del mercato azionario.
L’alternativa a fallire è vendere sottocosto i titoli, rischiando di generare una crisi nell’intero mercato azionario, con effetti devastanti su larga parte della popolazione.
Questa sarà l’unica via da intraprendere ed ognuno dovrà interpretare il proprio ruolo per quanto odioso possa essere.
Il capo dei venditori dovrà spingere, per un’ultima dannata volta, i suoi collaboratori a vendere come fossero dei kamikaze.
Dovranno vendere a prezzo di saldo ed in fretta, quanta più “droga” possibile ai propri clienti sapendo che sarà la dose fatale. L’amoralità del gesto è pari solo all’incentivo per il raggiungimento dell’obiettivo: 1 milione di dollari a testa.
La responsabile dell’ufficio Rischi (Demi Moore), pur avendo sollevato il problema, sarà licenziata per diventare il capro espiatorio da dare in pasto ai media. Poche le figure femminili nel film e tutte relegate a ruoli sociali minori, l’unica donna del management sarà scelta per essere sacrificata sull’altare dei media: altra divinità a cui rendere conto.

Il piano avrà successo, ma a che prezzo ? L’anima naturalmente.
L’alba del nuovo giorno infatti non è annunciatrice di alcuna rinascita. L’uomo, in questa corsa al denaro, ha perso completamente la sua umanità in modo irrimediabile.

Un film estremamente cinico e spietato in cui non c’è spazio per i sentimenti, il denaro ed il profitto sono gli unici elementi che muovono i personaggi sulla scena.

Un mondo strano quello della finanza, in cui i manager a tutti i livelli ammettono candidamente di non capirci nulla.

Paradossalmente, l’unico che capisce il rischio che stanno correndo è Peter Sullivan (Zachary Quinto), un ingegnere aerospaziale prestato alla finanza solo perché lo stipendio è significativamente più alto.
E’ lui che, per curiosità, approfondisce lo studio del suo ex-responsabile, licenziato il giorno stesso, ed arriva alla sconcertate conclusione.
Anche per lui però non ci sarà speranza di redenzione, sarà assunto nella nuova società e tutto lascia intendere che anche lui sarà fagocitato dal sistema.
Così, come il suo ex-capo, anche lui ha abbandonato il sogno di costruire razzi e ha votato la propria esistenza a far funzionare l’infernale macchina della finanza.

Sam Rogers (Kevin Spacey) è il capo della vendite. Un uomo che mostra scarsa empatia per i numerosi collaboratori licenziati la mattina del giorno stesso, ma è affranto per il proprio cane malato terminale di cancro.
Memorabile quando si oppone alla vendita dei titoli tossici: la regola base del commercio è la fiducia; se vendi oggi immondizia ad un cliente, domani non gli venderei più nulla, così stai distruggendo il tuo mercato.
Uscirà a pezzi da questa vicenda e disgustato al punto di provare a dimettersi, ma il suo bisogno di soldi lo costringerà a rimanere, anche lui è asservito al Dio denaro.
Piangerà, mettendo a nudo la sua umanità, solo di fronte alla morte del suo cane e lo andrà a seppellire nel giardino della casa della su ex-moglie.
Di fronte alla disperazione di Sam, ormai privo della lucidità dimostrata in questa giornata micidiale, l’ex-moglie terrà un comportamento estremamente composto e distaccato privo di compassione e lo lascerà solo.
Metaforicamente, l’uomo Sam piange per la perdita della sua anima, ma quando se ne rende conto è troppo tardi ed è solo. Nessuno può aiutarlo, d’altronde si è scavato la fossa con le sue mani.

Eric Dale (Stanley Tucci) ingegnere civile anche lui prestato alla finanza è colui che mette insieme i dati ed intuisce che qualcosa non va.
Uomo mite e di buonsenso, viene licenziato in modo freddo e asettico, senza la possibilità di completare un’importante analisi sua cui sta lavorando.
La sua è una delle poche figure che insieme a Sam si contrappone ad una schiera di replicanti senza cuore votati al denaro.
Toccante il suo monologo seduto sulle scale di casa di fronte al viale alberato in cui spiega ad un collega che all’inizio della carriera ha progettato un ponte.
Quest’opera negli anni ha fatto risparmiare alle persone molte ore della loro vita quindi è una cosa utile per la comunità e ciò lo rende orgoglioso; al contrario della finanza è un’essere senz’anima e privo di scopo.
Prima dello scadere della 24 ore, sarà richiamato in azienda forzosamente per evitare fughe di notizie ed anche lui, nonostante tutto, dovrà piegarsi al volere del Dio denaro.

Il film è denso di scene magnifiche recitate da un cast d’eccellenza.

L’ascensore

A valle della riunione con il capo i due manager con responsabilità sull’accaduto discutono della situazione, preoccupandosi esclusivamente della propria posizione e non degli effetti che ciò potrà avere sui risparmiatori.
Il colloquio avviene in ascensore mentre tra di loro è presente una donna delle pulizie, in servizio proprio a tarda ora come sempre. La signora discreta e silente rappresenta le persone comuni che conducono la loro vita semplice, inconsapevoli che delle divinità pasticcione ed egoiste stanno per distruggere la loro tranquilla esistenza.

Sul tetto del mondo

Nel buio della notte, sopra il tetto del palazzo quando Will dice a Sam e Seth “Ne ho viste di cose in questi anni che voi non potete immaginare…”, io ci ho visto una sottile citazione di Blade Runner, in cui Will assume il ruolo dell’androide Roy Batty a rimarcare la sua assenza di umanità.
E’ sempre lui che spiega il perverso circolo vizioso del denaro: più ne guadagni e più tendi a spenderne. E’ come un serpente che ti avvolge nelle sue spire e da cui non riesci ad uscire.

A cospetto del capo supremo

La riunione con il capo sceso dal cielo in elicottero è un momento di altissima tensione.
John Tuld (Jeremy Irons) che invita Sam ad illustrargli la situazione in modo semplice come se avesse di fronte un bambino è inquietante.
La realtà è che la finanza non può essere spiegata in modo semplice. E’ stata resa complessa ad arte per risultare oscura ai non iniziati.
La sua impenetrabilità giustifica l’esistenza di una schiera di sacerdoti che ne officiano il culto.

Breaking Bad

Recentemente ho visto la serie “Better call Saul” e, in attesa della 6° ed ultima stagione, mi è venuta voglia di rivedere per intero “Breaking Bad”.
Ho visto l’ultima puntata qualche giorno fa e ho trovato questa serie ancora più bella ed intrigante.
Rivederla con attenzione mi ha suggerito una serie di riflessioni che ho buttato giù velocemente e senza un criterio preciso.

Il male maggiore

Ad un certo punto il male di Walter White scompare, ciò può essere interpretato come un segno di benevolenza da parte del Bene per il coraggio dimostrato nell’affrontare una prova così difficile. D’altra parte potrebbe essere opera del Male ben felice di sostituire il cancro con la diffusione della meth, un curioso caso di scelta del male maggiore.

Reazioni chimiche e replicanti

Come in una reazione chimica, il cambiamento di Walter White innesca una serie di cambiamenti nel mondo che lo circonda e poi si espande.
Le scelte del protagonista innescano una serie di reazioni a catena per lo più negative.
Walter White conosce molto bene la chimica e la domina perfettamente.

E’ convinto di conoscere altrettanto bene le persone ed i loro comportamenti. Heisenberg infatti tenta continuamente di manipolare le persone con cui viene in contatto, ma le reazioni degli esseri umani tipicamente sono inaspettate e sfuggono al suo controllo.
Solo chi abbandona progressivamente la propria umanità è in grado di razionalizzare la situazione e compiere le scelte “giuste”: Fring, Mike, Lidia, Hector.
Chi è privo di umanità, ha un comportamento schematico e ripetitivo quindi prevedibile.
Questo aspetto per esempio si rivelerà quasi letale per Lidia che viene avvelenata da Walter White sostituendo la stevia che lei usa come dolcificante.
Torna il tema di Blade Runner in cui i replicanti sono identici agli esseri umani, ma mancano di empatia.
Esistono però diversi gradi di malvagità e di disumanizzazione: i cugini Salamanca si muovono come robot, sembrano totalmente privi di umanità e ricordano Terminator.

Il Male

La contaminazione del male assume varie sfumature a seconda del personaggio ed eccetto rari casi è possibile rilevare ancora una traccia di umanità e di normalità, per esempio Mike nel rapporto con la nuora e la nipote.

Il grado di contaminazione è diverso in virtù del vissuto del personaggio.
Sembra che il contesto sia determinante.
Nei Salamanca, nati ed allevati in un ambiente spietato e violento, non vi è traccia di umanità. E’ molto forte invece una componente di superstizione religiosa che contrasta con la cultura scientifica di Walter White.

Walter White e Mike hanno avuto la possibilità di condurre una vita normale, ma ad un certo punto hanno fatto delle scelte che gli hanno fatto oltrepassare il confine tra il bene ed il male. Questa condizione li costringe a vivere uno sdoppiamento della personalità. Il lato oscuro nel tempo tende a prevalere e corrode irrimediabilmente la loro umanità rendendo i sentimenti un lusso che (nonostante i soldi accumulati) non possono permettersi.
Qualunque siano state le motivazioni che li hanno condotti su quella strada, chi si avvicina al male ne viene risucchiato e perde la propria anima.
Mike infatti dice che non ha paura di morire, l’unico sua desiderio è sapere che ha fatto qualcosa di buono per i suoi familiari, la beffa è che non ci riuscirà.
Tutti soffrono di relativismo e giustificano le proprie azioni per la salvaguardia della propria famiglia e del proprio piccolo mondo, senza avvedersi che le scelte che fanno si riverberano in un’area ben più ampia e riguardano molte altre persone.

La conoscenza è potere

Walter White è uno scienziato che cerca di fare il professore ma con scarso successo.
All’inizio cerca di spiegare la chimica a Jesse, ma poi rinuncia deluso dalla mancanza di volontà.
Tornato a scuola dopo Walter White si rende conto che tentare di insegnare qualcosa a persone prive di qualunque interesse è inutile e ciò si accompagna ad una generale disillusione verso il mondo che ha abitato fino a quel momento.

La generazione di giovani è incapace di appassionarsi alla chimica, ma ama usare i prodotti stupefacenti che la chimica può produrre.
Molte sono le persone che consumano prodotti, ma sono pochi coloro che si domandano incuriositi come si possa realizzare quel prodotto.
Pochi sono interessati a penetrare questo mistero, perché è faticoso e complicato: molto più semplice goderne i frutti.
Walter White smessi i panni di un fallimentare insegnante usa la propria conoscenza per trasformarsi in Heisenberg e diventa in poco tempo famoso e rispettato.


Quando Walter White intravede la possibilità di fare soldi con la meth, ha una specie di illuminazione sulla via per Damasco, ma l’entità che gli si rivela non è angelica tutt’altro.
La conoscenza è potere e l’ignoranza è detestabile.
Il destino però è beffardo e quando incontra persone del suo livello intellettuale Fring e Gayle di cui ha stima sincera e rispetto, le circostanze lo costringono ad eliminarle. Rimanendo via via l’unico Homo Sapiens attorniato da Neanderthal.
Il suo ego cresce più velocemente del cancro, e nonostante sia stata aiutato da varie persone tra cui Jesse che si rivela più intelligente del previsto, afferma di avere fatto tutto da solo.

Jesse non ha incontrato nel suo percorso dei veri mentori e Walter White non lo è stato come professore, diventerà piuttosto un cattivo maestro.
Dover decidere con freddezza chi vive e chi muore pone Walter White al livello di un Dio, che trascende l’umanità e gli fa imboccare la scala verso l’inferno.
Dopo i primi sofferti passi nel male, spogliato della sua umanità, ogni decisione diventa solo una mossa ben studiata di una partita a scacchi ed eventuali vittime sono solo effetti collaterali.
La morte di Mike però è un inutile spreco. L’errore di un dio che ha perso la capacità di giudizio.
Mike da parte sua è pronto, vuole morire sereno, seduto sul bordo del fiume ascoltando il suono dell’acqua che scorre. L’acqua purificatrice, ma anche la metafora di un corso di eventi ormai inarrestabile che ha travolto tutti inesorabilmente.

Tutti coloro che avevano un piano e lo hanno perseguito, hanno visto vanificati i propri sforzi. Jesse che un piano non lo aveva ed era perso nell’oceano, dopo essere stato usato ed aver sofferto pene indicibili ha avuto la possibilità di ricominciare. Il messaggio è: Non si gioca a fare Dio.

Alla fine Walter White vince, elimina tutti gli avversari, rimane vivo ha i soldi, ma perde l’anima: la sua famiglia.
Il sacrificio è stato inutile, ma ha addentato la mela dell’Eden.
Ha dimostrato a sé stesso che poteva essere un altro uomo. Ha preso in mano il suo destino ed ha vinto sul cancro, morendo non come il fato aveva deciso.
In questa sua corsa folle ha mantenuto saldo un proprio codice: la famiglia non si tocca, perché anche nell’oscurità del male serve un faro per orientarsi.
Walter White, ferito alla mano da Skyler e sanguinante è un Dio tradito, dalla famiglia quindi senza più un codice, che si scopre improvvisamente umano e mortale.

Nella famiglia è incluso anche Jesse, quasi un figlio putativo.
Heisenberg però è un padre degenere che riduce a brandelli l’anima di Jesse.
Solo alla fine, Walter White abbandonato da tutti e deciso ad eliminare Jesse, decide di proteggerlo e lo perdona. Quasi che tutto il male che gli ha inflitto lo avesse redento. Come un Dio misericordioso, gli dà la libertà e gli concede anche il libero arbitrio e Jesse uccide il suo carceriere. Dopo l’omicidio di Gayle avvenuto per necessità su ordine di Walter White, questa è una scelta consapevole per vendicare Andrea ed il ragazzino del treno.
Walter White tenta un’ultima volta di manipolarlo, offrendogli la possibilità di ucciderlo, ma Jesse rifiuta.
Per Jesse questa è l’ultima tentazione a cui trova la forza di resistere, per accorgersi solo dopo che Walter White è già ferito a morte.
Ciò conferma a Walter White che Jesse in qualche modo lo ha perdonato o quantomeno è libero dal suo controllo.

Finale

Walter White che si aggira ferito per il laboratorio e che sorride toccando il serbatoio di acciaio è un dio che è stato deluso da suoi uomini.
E’ tornato ad essere lui stesso un uomo ed ora è ferito a morte.
Pensava di poter controllare coloro che popolavamo il suo mondo, ma non ci è riuscito.
L’uomo ha il dono del libero arbitrio infatti Jesse è libero.
Solo la chimica è razionale e predicibile.
L’impronta della mano insanguinata sulla lamiera è come il segno di un uomo primitivo che nelle caverne, prima di inventare la scrittura, ha voluto lasciare un segno ed inconsapevolmente, con quel gesto, nel bene o nel male, ha trovato il modo di passare alla storia.

Alla morte di Walter White, steso per terra, la camera lentamente si allontana verso l’alto e questo lascia intendere che nonostante tutto, salvare Jesse lo abbia redento.
Forse tutto quello che è successo non è stato scatenato da Walter White, ma da una entità superiore che ha lo abilmente manipolato.
In fondo lo dice Jesse: Walter White è diabolico astuto e fortunato.
In numerose situazioni critiche il fato o la fortuna hanno giocato un ruolo fondamentale in favore di Walter White.
Se un dio avesse voluto che questa giostra finisse, avrebbe potuto farlo in numerose occasioni. Invece qualcosa gli consentito di proseguire e ciò ha rafforzato in lui l’idea che ciò che faceva fosse giustificabile, che avesse un senso.
Almeno finché il suo Ego non ha preso il sopravvento.
Ecco forse Walter White è stato una pedina di una partita a scacchi giocata tra il Bene ed il Male.

Razionalità e distacco

La razionalità di Walter White lo rende distaccato dalla realtà che la droga contribuisce a creare.
Non conosce il mondo dei drogati se non attraverso Jesse.
Detesta quel mondo che ottunde i sensi e le facoltà intellettive, ma lo alimenta e ne viene alimentato.
Ne parla sempre in termini imprenditoriali, proprio come volesse creare una certa distanza: prodotto, mercato , richiesta, produzione, produttività, purezza.

Metamorfosi

La metamorfosi da Walter White a Heisenberg è lenta ma a tratti evidente.

TODO: la BMW rossa

TODO: la correzione del compito

Per esempio, dopo aver usato il fulminato di mercurio nell’ufficio di Tuco ed aver preso i soldi che gli erano stati rubati, Heisenberg si manifesta e l’urlo di vittoria dentro l’auto fa pensare alla trasformazione del Dott. Bruce Banner in Hulk.

Heisenberg non esprime forza fisica, ma un potere malefico oscuro dalle mille facce e quindi pericoloso: il veleno, un inganno, un congegno, un sicario.

Giocare a fare Dio

Anche Gus gioca a fare Dio, facendo di tutto per mantenere in vita Hector e farlo soffrire nel vedere la sua famiglia morire. Hector però una volta solo, non avrà più nulla da perdere e deciderà di morire e vendicarsi con la complicità di Walter White.

La solitudine

Il deserto e poi la montagna Walter White ormai solo con i propri demoni ed il proprio denaro.
Per non restare solo, negli ultimi momenti di vita dovrà chiedere pietosamente a chi lo ha aiutato, uno sconosciuto, di restare a fargli compagnia almeno 2 ore, ma dovrà pagarlo. Segno che ad un certo livello l’umanità persa non può essere recuperata e l’unico valore è il denaro.
Walter White fuori contesto, da solo, non ha più alcun potere è solo un uomo malato e quando sarà morto i suoi soldi saranno rubati dal primo che capita: un mondo spietato.
La solitudine è una condizione ricorrente in Breaking Bad. Mike e anche Jimmy all’inizio della sua serie (dopo la vicenda di Walter White) trascorrono il tempo in casa in poltrona davanti alla televisione, ma sempre attenti a che qualcuno non li stia spiando, in realtà sono soli, ma sempre in compagnia dei loro demoni.
Jimmy in particolare è talmente triste e frustato che guarda la video cassetta con la pubblicità del suo ex alter ego Saul Goodman.

Il fato

Il fatto che il cancro sia in remissione è quasi un segno divino del fatto che ciò che Walter White fa è giustificabile perché in qualche modo perché persegue finalità positive.

L’acqua

L’acqua è un elemento ricorrente.

La piscina di casa Walter White

Il lavaggio di Walter White pulisce auto e denaro

La lavanderia di Gus.

Il colore azzurro

La meth azzurra è la falsa promessa di un paradiso sia per chi la usa che per chi la produce.

Azzurra e l’acqua della piscina in cui Skyler inscena il suicidio.

Epifanie

Sempre per intervento divino Hank ha un’illuminazione e capisce chi è Heisenberg: il giusto premio per tanta tenacia.

Jesse a sua volta ha un’illuminazione e si libera dei soldi.

Temi da riorganizzare

BB il piatto rotto ed il pezzo mancante simbolo di qualcosa che si è rotto e non può essere aggiustato.

Il primo omicidio con una interazione diretta avviene per necessità infatti Walter White chiede scusa.

Heisenberg che rotola via il barile con i soldi è un moderno Sisifo condannato a vagare nel deserto con il suo demone, tema ripreso poi anche in “Better call Saul”.

Fringe salva Walter White e dà una possibilità a Hank.

Skyler lancia la moneta e lascia che sia il fato a decidere se abbandonare o restare.

Mike così avaro di parole, vuole morire nel silenzio, ma non in auto. Ha trascorso tanto tempo in auto ad attendere qualcosa, qualcuno, ma in senso più ampio il tempo che scorre ci porta verso la morte ed ora il suo tempo sta finendo: l’attesa suprema è terminata. 

“El camino” Todd tratta Jesse come un animale, vedi ragno nel barattolo. 

Todd ha l’enciclopedia cava e piena si soldi, il denaro contante è ciò che conta. 

La signora delle pulizie uccisa perché doveva, non ha neanche un nome.
La sepoltura e un rito vuoto e privo di senso. 

Jesse è assoggettato al proprio carceriere e non gli spara quando se ne presenta l’occasione. 

Walter White è dichiarato morto.

Lidia e grave in ospedale, ma non è morta.

Spietato è un paese in cui, se non puoi pagarti le cure, sei destinato a morire.
In fondo gli Stati Uniti sono ancora come il vecchio West. 

Il venditore di aspirapolveri è Caronte che traghetta le anime dannate verso una nuova vita.

Quando WW incendia la Bmw e la prima manifestazione di Eisenberg. 

L’epifania che la morte potenzialmente è vicina costringe ad un bilancio della vita e se quella che hai vissuto non ti è piaciuta hai forse l’ultima chance di dimostrare a te stesso che hai i numeri per cambiarla, non hai nulla da perdere a quel punto. 

L’innovazione è una sorta di rinnovamento che implica la morte di qualcosa e la sua sostituzione perciò ci sono necessariamente effetti collaterali. 

Avere in mano l’ultima fiche da giocare, fa emergere un  coraggio disperato. 

Walter White è come uno spartano alle Termopili, ma a differenza di loro sa che sarà ricordato nella storia anche se per avere creato un impero del male. 

Walter White è il fallimento del sogno americano: la società non ha saputo creare le giuste condizioni in cui accogliere una mente brillante.

Similmente a Jimmy che ha scelto di eccellere  nel malaffare perché non è riuscito ad imboccare la carriera dell’avvocato probo come il fratello. 
Si tratta di uno strano caso in cui il buon esempio produce un effetto speculare. 

La scena della bomba all’ospizio mi ha ricordato “Il mondo dei robot” e l’implacabile pistolero robot Yul Brynner.
Gus per un attimo sembra un androide indistruttibile, ma suo il viso scarnificato mette a nudo un’umanità tenuta fino a quel momento ben nascosta. 

Deserto e montagna sono luoghi metafisici che rimarcano la solitudine dei protagonisti. 

Mike ogni sera sulla poltrona a vedere la tv e sempre attento a guardarsi le spalle. In fondo non è vita, sono già morti dentro e vivono una sorta di purgatorio in cui i sentimenti trovano poco spazio, non sono persone felici. 

Agghiacciante la cena con Skyler e Walter a in cui è presente anche Jessy.

Il Tenente Colombo

Il Tenente Colombo e’ un personaggio televisivo, interpretato da Peter Falk protagonista di una serie poliziesca statunitense molto longeva.
In ciascun episodio ,autoconclusivo, il protagonista Tenente delle squadra omicidi di Los Angeles deve trovare il responsabile di un omicidio.
Il colpevole di turno viene interpretato da vecchie glorie della tv americana tra cui il grande William Shatner (già James T. Kirk).
Caratteristica originale della serie e’ che lo spettatore assiste all’omicidio e quindi conosce fin da subito l’assassino.

Questo artificio narrativo è interessante perchè, invece di rendere lo schema ripetitivo, consente agli sceneggiatori di indagare sul rapporto psicologico che si instaura tra il protagonista ed il cattivo di turno.

Vediamo l’assassino mentire scientemente, provare a depistare le indagini, accampare scuse ed inventare storie a sostegno del proprio alibi.
Osserviamo Colombo che pone le sua bislacche domande ed appunta tutto sul taccuino, poi fa le sue grottesce digressioni sulla moglie, sul cugino , infine saluta ed esce dalla stanza.
Il mentitore è stupito e stordito, si rilassa un attimo ed ecco che il Tenente rispunta inspettatamente per “ancora un ultima domanda”.
E la domanda è piccola ed insignificante, ma rivelatrice del fatto che Colombo ha fiutato la scia della preda.
A questo punto come un boa constrictor, la spirale del Tenente: fatta di indizie e congetture si chiude in modo lento ma inesorabile sull’omicida.

All’inizio dell’episodio la spocchia, l’arroganza, la ricchezza ed il successo ostentanti del coprotagonista sono schiaccianti rispetto all’aspetto da peone del Tenente: auto scassata, impermeabile stazzonato, sigaro spento, capigliatura scompigliata.

Nel corso della storia però, lentamente le parti si invertono.

Il Tenente nonstante i suoi modi rozzi e dimessi dimostra infatti molto presto una mente acuta e dà prova di una logica inattaccabile che mette sempre piu in difficoltà il sospettato fino ad indurlo alla confessione.

Colombo è un antieroe, per questo e’ affascinante.
Ogni episodio è la rivincita di un onesto cittadino che solo grazie al suo acume, vince sul potente di turno convinto di farla franca.

In questo frammento è contenuto l’essenza del personaggio ed il suo messaggio positivo, così controcorrente al giorno d’ oggi.