Costanti universali

Ieri Emma, una mia amica, ha pubblicato la prima puntata del suo podcast e mi ha confessato di provare un po’ di vergogna.
L’ho rassicurata. Non mi sono mai cimentato nei podcast, ma so per certo che far leggere a qualcuno ciò che hai scritto richiede il superamento di questo scoglio psicologico, ne parlavo proprio qui.
Perciò, a maggior ragione, trovo lodevole che lei si sia lanciata in questa nuova iniziativa creativa.
Incuriosito, appena mi è stato possibile ho ascoltato i suoi consigli su come fare ordine nell’armadio.
Bè il podcast è simpatico frizzante e per essere un primo esperimento Emma se la cava proprio bene: complimenti!

La puntata mi ha indotto ad alcune buffe riflessioni sul tema.
Premetto che io non ho giurisdizione sugli armadi di casa, mia moglie è la plenipotenziaria. Lei ha un animo fashion ed una passione per borse e scarpe.
A livello di abbigliamento con le sue truppe è sconfinata in modo permanente, già da tempo, in tutte le aree di confine, occupando stabilmente tutti gli armadi altrui.
Nonostante in inverno trascorra interi pomeriggi a riordinare, il posto in cui stipare vestiti e accessori sembra non sia mai abbastanza.
Ipotizzo cautamente che il processo di eliminazione per ora abbia la peggio rispetto al processo di acquisizione, ma questa è un’indagine destinata all’insabbiamento.
Preferisco pensare che sono io ad avere dei limiti che non mi permettono di comprendere appieno questo strano fenomeno.
D’altra parte io sono di gusti sobri e preferisco rimanere ancorato a delle costanti cosmologiche universali: un maglione blue e una camicia a quadretti.
Forse sono un minimalista in erba, non lo so.
Nel dubbio, rimango in paziente e fiduciosa attesa che gli scienziati penetrino i misteri della fisica quantistica così che possano finalmente aprirci gli infiniti spazi del multiverso in cui poter sistemare ordinatamente altri capi di abbigliamento; naturalmente.

Autore: ferro

Senior Software Engineer con la passione per la scrittura