“Sai, mio padre aveva un’officina di lavorazioni meccaniche. Io sono cresciuto lì dentro, ho respirato quell’atmosfera, quell’odore di grasso e di olio.
Mi ricordo che a volte, quando c’era da fare un pezzo particolare, capitava di non avere l’attrezzo giusto e allora… si fabbricava!
Per cui ho assorbito quella mentalità: non fermarsi mai di fronte agli ostacoli, inventare soluzioni, perseguire l’obiettivo sempre, con slancio.”
Questo è quanto mi ha raccontato un amico e collega in pausa pranzo.
E’ stata un’immagine che mi ha fulminato, perché descrive in poche semplici parole le radici in cui affonda un modo di pensare e di essere in cui mi ritrovo perfettamente, quella del problem solver.
I software developer sono degli artigiani del software e sono abituati ad affrontare problemi sempre diversi usando la creatività e l’esperienza per risolverli.
A dire il vero i contesti in cui una tale mentalità può essere forgiata ed allenata sono numerosi e diversi, ma cosa li accomuna ?
Gli elementi di base direi che sono questi:
- un problema da risolvere
- scarsità di risorse
- una profonda motivazione
A questo punto con delle adeguate conoscenze di base e una buona dose di creatività ci sono buone probabilità di risolvere il problema.
Interrogandomi sulla figura del problem solver in azienda sono emersi altri quesiti che ritengo interessanti:
- quanto sono preziose le persone con questa mentalità ?
Io credo siano fondamentali, ma se la loro opera è continuamente richiesta c’è qualcosa che non va. O siamo in un mercato turbolento o abbiamo qualche problema a livello di strategia e pianificazione. - Quanto è diffusa questa mentalità in azienda ?
I problem solver sono sempre di meno, perchè sono frutto della vecchia scuola che sta scomparendo. Un senior di valore dovrebbe avere un approccio del genere. Un junior con questa mentalità è una rarità, ma se ne trovano. - Come identificare i problem solver ?
Parlando con le persone si può percepire un certo modo di ragionare, ma questa forma mentis si rivela in modo chiaro in azione sul campo. - Questa mentalità è intrinseca o si può insegnare ?
Il vissuto di una persona e la sua psicologia contano molto secondo me. Però se è vero che la creatività si può insegnare, direi che un’attenta selezione, un formazione specifica unite ad un’efficace affiancamento sul campo da parte di un senior dovrebbero dare buoni frutti. - La cultura aziendale promuove o soffoca i problem solver ?
Nelle organizzazione piramidali il problem solver con un dna di micro-imprenditore: agile, operativo e concreto di solito soffre. Spesso si trova a fare il suo lavoro, ostacolato da procedure, che riducono l’efficacia del suo operato.
Nella aziende più piccole con strutture orizzontali la mentalità da problem solver è vitale per la sopravvivenza dell’organizzazione stessa. - I ragazzi oggi hanno l’opportunità di sviluppare queste capacità di adattamento e di problem solving ?
Ho seri dubbi in proposito, ma potrei avere una visione troppo parziale.
Il tema della capacità di fabbricare oggetti con le proprie mani mi ha fatto tornare alla mente un racconto di fantascienza di Philip K. Dick intitolato “Diffidate dalle imitazioni”.
In uno scenario post-atomico le città sono state rase al suolo e gli uomini sono radunati in piccoli gruppi. Ciascuna comunità sopravvive solo grazie al proprio alieno centauriano che ha il potere di duplicare gli oggetti. Con il passare degli anni però gli oggetti duplicati si disgregano e si polverizzano. Gli alieni invecchiando producono oggetti sempre meno fedeli agli originali e difettosi. In un mondo distrutto e con uomini che hanno perso qualunque capacità manuale, la morte imminente dell’alieno segnerà il destino della comunità.
Esiste però un barlume di speranza. Un uomo proveniente da un’altra comunità ha con se qualcosa che potrebbe cambiare lo scenario…(segue spoiler)
Spoiler
L’uomo porta con sé una ciotola ed un rozzo bicchiere che ha intagliati nel legno e spiega ad un altro, ormai privo di speranza:
“Dobbiamo imparare nuovamente a realizzare gli oggetti con le nostre mani. Ci vorrà tempo prima di tornare a produrre oggetti complessi e di una certa qualità, ma abbiamo imboccato la strada giusta e ce la faremo.”