Qualche tempo fa ho partecipato ad un bell’evento sul gaming.
Tra i vari giochi uno richiedeva di scrivere in 10 minuti in solitaria un elenco di modi per attraversare un fiume.
Comincio scrivendo le mie soluzioni:
- con la barca
- a nuoto
- con un ponte
- con una liana
- con una pertica
- con un tronco
- ecc.
Finisce il tempo ed il coach chiede ad un partecipante di leggere una soluzione.
La persona si alza e declama: “Sulle spalle di un altro…”
Lì per lì rimango di stucco poi comincio a riflettere.
Parto da me. Probabilmente per me e per i miei colleghi del gruppo tutti di estrazione ingegneristica è stato naturale scovare strumenti per attraversare il fiume, ciò ha determinato automaticamente l’esclusione di una persona come strumento.
Mi metto nei panni dell’altro. Forse la persona è un manager. I manager per definizione gestiscono risorse tra cui esseri umani. I manager non sono uomini del fare. I manager da un certo punto di vista utilizzano le persone per lavorare, quindi tutto sommato la risposta non dovrebbe stupire.
E’ stupefacente come un gioco di tale semplicità possa far emergere in modo così chiaro una tale differenza d’impostazione nella mentalità di una persona.
Il background ed il contesto influenzano il nostro modo di pensare e di affrontare i problemi, limitando di fatto l’area in cui cerchiamo le soluzioni.